Jujutsu

Nozioni

Il jujutsu propone un programma completo ed efficiente, contraddistinto da molteplici gruppi di tecniche dette Waza in giapponese traslitterato e azioni fondamentali per la tutela della persona e per un corretto percorso di studio. Nella pratica quotidiana e contestuale del jujutsu, dove il costante allenamento porta al continuo miglioramento del praticante, troviamo due figure fondamentali: Tori ed UkeTori è colui che esegue la tecnica dall’attacco sferrato da Uke. L’allenamento costante appunto migliora le relazioni spazio-temporali con l’avversario Uke e la confidenza con il suolo, interagendo in modo fluido e dinamico, il corpo diventa elastico e non rigido. Il concetto fondamentale dello studio e della pratica tecnico-didattica-morale è quello di aumentare la sensibilità del “difensore” che da ora in avanti chiameremo “Tori”, nell’applicare il concetto di jujutsu su qualsiasi attacco che viene sferrato da un “aggressore” che chiameremo appunto “Uke”. Volendo elencare sommariamente le materie che compongono il jujutsu in ordine di praticità nell’insegnamento e per fase di apprendimento, le tecniche fondamentali, Kihon a mani nude che costituiscono i fondamenti di jujutsu, sono:

  • Tachi-Waza in giapponese traslitterato vengono definite le tecniche di posizione, termine che indica come posizionare i piedi e le gambe e raramente le mani a terra. La corretta esecuzione delle Tachi-Waza: tecniche di posizione è molto importante per l’inizio di ogni azione difensiva o offensiva.
  • Ukemi-Waza in giapponese traslitterato vengono definite le tecniche di cadute, termine che indica tutti i modi per imparare a cadere. Le cadute: Ukemi si dividono in due macro categorie: cadute sul posto e rotolamenti in avanti o capriole e rotolamenti indietro o recuperi. Le cadute sono tutte le azioni volontarie o involontarie di finire per terra bruscamente. La caduta può essere realizzata in tre modalità frontale Mae, laterale Yoko e posteriore Ushiro.
  • Uke-Waza in giapponese traslitterato vengono definite le tecniche di parata, effettuate con gli arti superiori Uke (sinonimo di avversario nel senso di colui che sferra l’attacco) e con gli arti inferiori Ashi-Uke; principalmente lo studio si focalizza sugli arti superiori in quanto maggiori nelle varietà di parate. Queste tecniche si suddividono principalmente in due macro categorie: parate omolaterali, cioè effettuate con l’arto dello stesso lato dell’attacco e incrociate o opposte, cioè effettuate con l’arto opposto a quello dell’attacco.
  • Atemi-Waza in giapponese traslitterato vengono definite tutte le tecniche di colpo, effettuate con gli arti superiori Ude-Ate e con arti inferiori Ashi-Ate; tutte queste tecniche sono suddivise a loro volta con la parte dell’arto con cui vogliamo colpire l’avversario. Gli arti superiori possono colpire con le dita, la mano, il pugno, l’avambraccio e il gomito; gli arti inferiori invece possono colpire con le dita, il piede in tutti i suoi lati, la tibia e il ginocchio ed entrambi eseguiti con differenti esecuzioni.
  • Ne-Waza in giapponese traslitterato vengono definite le tecniche di lotta al suolo; è la più recente delle specialità ufficiali di competizione JJIF ed è simile al Ju Jitsu brasiliano.


Gli stili/metodi di jujutsu in Italia

Sebbene in Giappone si intenda per Ju Jitsu solo quello Tradizionale (o per meglio dire Ju Jutsu, espressione più corretta), in occidente viene riunito sotto questo termine qualsiasi combinazione tecnica finalizzata alla difesa personale. In occidente è quindi abituale distinguere fra gli stili “Tradizionali”, legati alla secolare tradizione marziale giapponese, e quelli “Moderni” che sono nati negli ultimi decenni spesso anche differenziandosi molto dal Ju Jitsu originale giapponese sia per i principi applicati nelle tecniche che per l’approccio alla disciplina.

Il Ju Jitsu Tradizionale insegna:

  • tecniche di attacco e difesa a mani nude;
  • tecniche di leve articolari;
  • tecniche di proiezione e sbilanciamenti (atterramento dell’avversario);
  • tecniche di immobilizzazione a terra
  • tecniche di attacco e difesa con armi in legno (spada lunga, spada-corta, pugnale, bastone lungo, bastone-corto)
  • tecniche di estrazione ed attacco con la spada giapponese (Katana)
  • tecniche di caduta;
  • approccio psicologico al combattimento;
  • rispetto dei principi di etica marziale (rispetto, decoro, umiltà, sacrificio, dedizione e costanza).

La completezza della preparazione tecnica e psicologica del praticante di Ju Jitsu Tradizionale deriva dal fatto che questa disciplina era l’antica arte marziale praticata dai Samurai i quali avevano necessità di difendersi in ogni circostanza. Il Ju Jitsu Tradizionale è nato molti secoli fa per insegnare a sopravvivere in un periodo, il Giappone medievale, in cui non sapersi difendere significava mettere ogni giorno in grave pericolo la propria vita. È per questo che il Ju Jitsu Tradizionale non deve essere tanto inteso come uno sport bensì come una disciplina marziale. Le arti marziali moderne, essendo nate in un periodo di pace, si sono potute specializzare solo in alcune forme di difesa. Ciò non valeva per il Ju Jitsu Tradizionale che doveva necessariamente caratterizzarsi per una preparazione più ampia possibile. Il motivo per cui tale disciplina debba essere considerata tra le più complete è da ricondurre pertanto proprio al periodo storico in cui è nata e si è evoluta.

Il Ju Jitsu Tradizionale insegna a sfruttare la forza dell’avversario attraverso il principio della circolarità, a riconoscere le parti vulnerabili del corpo umano ed in generale ad affrontare il combattimento usando la tecnica e non la forza fisica. Se non fosse così di fronte ad un avversario di massa e forza maggiore si finirebbe certamente con l’essere sconfitti.


Lezioni al Ju-Jitsu Team Vicenza: tecnice di immobilizzazione a terra

Solo le Scuole di Ju Jitsu Tradizionale Giapponese riconosciute dal Nippon Budokan (ossia l’Ente Governativo Giapponese che certifica l’autenticità delle Scuole di Arti Marziali Giapponesi) possono essere considerate tali; tutte le altre vanno annoverate tra le scuole moderne.

Spesso si afferma che le Scuole moderne si basino su principi tradizionali. La questione, tuttavia, non è così semplice. Bisognerebbe infatti avere un’altissima conoscenza dei principi base delle Scuole Tradizionali per poterli poi “trasferire” alla difesa personale “moderna”. In chi pratica stili moderni, nella maggior parte dei casi, lo studio delle Scuole Tradizionali è assente. Negli altri casi, generalmente, seppur presente, non è sufficientemente approfondito.

Il Ju Jitsu Tradizionale, a differenza degli stili moderni (che comunque non rientrano nelle discipline olimpiche), non prevede l’agonismo (ad eccezione delle gare di Kata).

Esistono in Europa e nel mondo, un’infinità di organizzazioni che divulgano il Ju Jitsu, ognuna con propri programmi tecnici, regolamenti di gara, direzione tecnica, organi federali, etc…. Tali organizzazioni nella maggior parte dei casi non hanno alcun rapporto tra di loro. Vi possono pertanto essere tanti campionati ( e relativi campioni) regionali, nazionali o mondiali, per quante sono le organizzazioni esistenti.

Il Ju Jitsu Tradizionale non prevede combattimenti agonistici in quanto le sue tecniche male si adattano ad un uso sportivo. Come noto “in battaglia non esistono regole” ed inserirle significherebbe svilire l’essenza della disciplina stessa.

Nelle scuole tradizionali, le tecniche vengono assimilate ed affinate progressivamente fino ad averne un completo controllo in modo tale da non mettere in pericolo i propri compagni durante gli allenamenti.

In gara, poiché l’unica preoccupazione dell’atleta sarebbe ovviamente quella di vincere la resistenza dell’avversario, le tecniche sarebbero necessariamente eseguite con una intensità tale da risultare pericolose per la sua incolumità.

Va precisato che questo metodo di apprendimento progressivo delle tecniche è quello da sempre applicato presso le Scuole Tradizionali Giapponesi e non è il risultato di un adattamento della didattica alle esigenze dei nostri giorni. È facile infatti capire che, senza questa progressività, nessuno riuscirebbe a completare l’apprendimento delle tecniche a causa dei danni che verrebbero inevitabilmente subiti ogni volta durante gli allenamenti.

Occorre inoltre osservare che nei campionati organizzati dalle federazioni che divulgano il Ju Jitsu Moderno l’essenza del Ju Jitsu Tradizionale viene distorta dalla suddivisione degli atleti per categorie di peso. Per definizione infatti le tecniche per essere efficaci dovrebbero esserlo indipendentemente dalle differenze di massa fra i due contendenti.

Per spiegare ancora meglio le ragioni per cui il Ju Jitsu tradizionale giapponese non sia adatto all’agonismo citiamo il Maestro Jigoro Kano (1860 – 1938; Fondatore del Judo Kodokan) il quale, dopo avere studiato in diverse Scuole di Ju Jitsu tradizionale codificò il Judo partendo dal Ju Jitsu Tradizionale, proprio perché riteneva che quest’ ultimo non si adattasse all’ attività agonistica.

” Studiai il Ju Jitsu non solo perché lo trovavo interessante , ma anche perché lo ritenevo il mezzo più efficace per l’educazione sia del corpo che dello spirito… ma era necessario cambiare il vecchio Ji Jutsu per renderlo accessibile a tutti… alcune scuole di Ji Jutsu indulgevano spesso in tecniche violente e pericolose sia nelle proiezioni , sia nelle torsioni di gambe e braccia, per cui molte persone ritenevano che il Ju Jitsu fosse nocivo… io volevo dimostrare che quanto insegnavo non era una pratica pericolosa e che non poteva nuocere a nessuno, e che questo non era il Ju Jitsu che alcuni insegnavano, ma il Judo, una cosa totalmente differente “

Il Sensei
Kanō Jigorō

La fondazione del Judo Kodokan risale al 1882. È facile quindi comprendere che il fatto che allora un Grande Maestro, e profondo conoscitore di differenti stili e scuole di Ju Jitsu Tradizionale, ritenesse necessario codificare un nuovo stile di combattimento più adatto all’agonismo fosse dovuto al fatto che vi era nei cultori delle arti marziali giapponesi la piena consapevolezza dell’impossibilità di rendere il Ju Jitsu Tradizionale una pratica sportiva.

È la storia ad aver deciso che il Ju Jitsu Tradizionale non possa essere uno sport, ed è la stessa storia a spiegarcene le motivazioni. Pertanto, in base alla cultura marziale giapponese, è “fisiologico” che chi pratichi il Ju Jutsu tradizionale giapponese non si dedichi all’attività agonistica.

Il Ju Jitsu tradizionale Giapponese, proprio in quanto arte marziale più antica del Giappone, consente più di ogni altra a chi lo pratica di avvicinarsi alla cultura marziale nipponica apprendendo quegli antichissimi principi di difesa personale che hanno reso famosi i Samurai.